Il borgo antico di Felitto, sorge ai piedi si un colle, circondato principalmente da fitti boschi e centinaia di ettari di macchia mediterranea. Il territorio comunale è attraversato dal fiume Calore. L’etimologia di Felitto deriva probabilmente da fiix (felce) o da folictum. Il suo nome lo si ritrova per la prima volta nel 1191, in una bolla di papa Celestino III. L’ipotesi più verosimile circa l’origine del nome del paese è quella che lo vuole derivato dal latino ‘Filictum’, ovvero luogo ricco di felci.
Ambito storico-tipologico
Confronto con le tecniche e le tessiture murarie, di difesa e strutturali con altri palazzi gentilizi settecenteschi del centro antico del borgo.Il centro abitato risale probabilmente all’epoca dell’inizio della dominazione normanna: in questo periodo, quasi certamente tra l’XI ed il XIIsecolo il borgo fu fortificato in sommità per necessità di difesa.
Notizie storiche sul paese e sui suoi feudatari.
Alcuni studi, non documentati, hanno affermato la possibilità che Felitto sia stato fondato dagli Enotri, una popolazione giunta dalla Grecia per colonizzare quelle terre che in seguito avrebbero costituito la Lucania. Tuttavia le prime fonti documentate che fanno riferimento al paese sono successive all’anno Mille. Il nome di Felitto è citato, infatti, per la prima volta, nel1191, in una bolla di papa Celestino III. Inoltre, papa Innocenzo IV scriveva, in una lettera indirizzata all’abate del monastero S. Pietro di Eboli, affinché questi si adoperasse per l’assegnazione di un feudo militare ad un tale Iohannes de Philecto, esule a Lione, al quale Federico II aveva confiscato i beni. Nel 1269 Guglielmo da Sancto Lupo ebbe da re Carlo I la Baronia di Cuccaro e Felitto. Nel 1308 era signore di Felitto Riccardo Domnusco di Salerno e, nel 1308, Pandolfo Domnusco. Dopo il 1380 ne fu signore Nicola Sannazzaro di Pavia che aveva seguito Carlo III di Durazzo nella conquista del regno. Ai tempi di re Ladislao, ne era signore Filippantonio Maramaldo, cui seguì il figlio Francesco che vendette il feudo a Lionello Sanseverino, padre di Roberto, conte di Caiazzo. Nel 1465 Roberto Sanseverino donò al figlio Giovan Francesco, con il consenso del re Ferrante, anche Felitto, di cui fu investita nel 1536, per la morte di Roberto Ambrogio, la moglie Maddalena. Ai primi dell’800 il feudo era ancora posseduto dai Carafa, principi di S. Lorenzo. Intorno al 1700 Felitto era ancora circondato da robuste mura, intervallate da torri merlate. Nel casale si accedeva attraverso tre porte di cui, alla fine del 1700, ne esistevano ancora due.
Monumenti