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Palazzo de Feo

Monumenti

Torchiara, la medievale «Turris clara», ubicata in felice posizione nella collina cilentana, si presenta come un centro commerciale ed agricolo, che ha sviluppato rapidamente anche le attività del terziario, approfittando del facile collegamento con Agropoli. Paese con due frazioni: Copersito e Sant’Antuono. La frazione Copersito è adagiata sulle pendici di una collina; qui troviamo numerose dimore gentilizie. Una nuova viabilità permette l’accesso alla parte vecchia, completamente pavimentata (di recente). 
La frazione di Copersito trae il suo nome da ‘cupressetum’. La prima menzione risale al 1100 in un documento per la definizione di confini tra il Vescovo di Pesto e l’Abate di Cava. Citata ancora in una vertenza del 1110 e in una vendita del 1114, fu possesso di vari feudatari. Nel1327 apparteneva a Nicolò Benincasa di Rutino, in seguito rientrò nel territorio dei Sanseverino e da allora seguì le vicende di Torchiara. 
Impianto originario del palazzo; maestranze ottocentesche locali: massiccio corpo di fabbrica quadrangolare con ampio parco. Decorazioni con influssi e caratteri tipici dell’architettura ottocentesca. 
Confronto con le tecniche e le tessiture murarie, di difesa e strutturali con altri palazzi gentilizi di impianto sette-ottocentescho dell’area cilentana e del Vallo di Diano. Si notano alcuni influssi dell’Eclettismo storicistico e dei Revivals medievali, molto in voga nel XIX secolo. 
Il nome deriva dal latino «Turris Clara» o “Turribus Clara”, cioè «l’illustre tra le torri» a causa delle torri che la circondavano e per altre che difendevano ed adornavano le dimore palaziate di alcune famiglie gentilizie; infatti oltre alla torre fondata dai Longobardi, sita al centro del paese esistono altre torri-fortezza; tra queste anche quella del palazzo baronale De Conciliis e quella del Palazzo Torre. 
Il nome «Troclara» compare per la prima volta in un documento del 1058, mentre la prima attestazione risulta da un ‘instrumento’ del 1100, in cui il vescovo di Capaccio e l’Abate di Cava stabilivano i confini di alcune terre, facendo menzione di una «serra quae dicitur Troclara». La storia della piccola comunità di Torchiara è strettamente collegata agli eventi coinvolgenti tutta la Baronia del Cilento con i frequenti passaggi di proprietà da un feudatario all’altro. Nel 1535l’ultimo principe di Salerno, Ferrante Sanseverino, vendette questo feudo per ducati 5500 a Francesco De Ruggiero di Salerno. Il feudo rimase ai De Ruggiero, attraverso i discendenti, fino al 1598 quando, insieme con quello vicino di Copersito, fu venduto a Marfisia del Vecchio, moglie di Alessandro de Conciliis: rimase in possesso dei baroni de Conciliis nei secoli seguenti fino agli inizi del 1800.