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Casa Barbato d'Andrea

Monumenti

Alle falde del monte Ausinito, in un ameno paesaggio dal clima salubre, circondato da monti boscosi che fanno da corona al percorso del fiume Calore, sorge il piccolo centro di Valle dell’Angelo. Il paese, per secoli oscurato dai vicini centri di Piaggine e Laurino, gode ora di fama e visibilità autonome grazie alla sua principale attrattiva: la grotta dell’Angelo, dalla quale prende il nome attuale. Essa sorge a 832 m.s.m, in località Costa della Salvia, custodisce la statua dell’Arcangelo Michele in atteggiamento di difesa. Un braccio è spezzato e l’altro regge uno scudo recante la scritta Quis ut Deus? (Chi come Dio?). Il culto dell’Angelo rievoca l’antica presenza longobarda: i Longobardi, infatti, erano soliti scavare nelle roccia grotte rupestri ed adibirle a luoghi di preghiera.
Ambito storico-tipologico
Il centro storico ha conservato quasi inalterata la sua struttura originaria. Una delle caratteristiche peculiari del borgo sono i ventisette portali in pietra locale, costruiti dal ‘700 al ‘900. Di grande interesse artistico è la chiesa di San Barbato (XVII sec.), a tre navate e tre ingressi. Sono visibili la mitra e il libro, simboli di S. Barbato, il cui culto venne introdotto dai Longobardi. Il campanile fu raddoppiato nel 1954 innalzando altri due piani e una cupola. Il soffitto reca affreschi raffiguranti la visione di S. Filippo Neri (1775). Sempre nel centro storico è la piccola chiesa di San Leonardo, oggi chiusa al culto. A 2 Km dal centro è invece la cappella di San Sebastiano, eretta alla fine dell’epidemia pestilenziale del 1656 che conserva un’interessante statua di S. Elia.Il paese ha origini basiliane, così come molti altri centri cilentani. Furono infatti i monaci italo-greci a fondare il primo nucleo abitato nel X sec., probabilmente rendendo stabile quello che era stato fino a quel momento un luogo di insediamenti temporanei legati alla transumanza.
Notizie storiche sul paese e sui suoi feudatari.
Denominato dai Longobardi Piaggine Sottane, fu fin dalle origini riconosciuto come casale di Laurino, alle cui vicende sarà per secoli strettamente legato. Infatti, come riferisce l’Infante, nei suoi studi su Valle dell’Angelo, il casale, già nel 1273, con Laurino, fu concesso in dote da Enrico di Valdemonte, vicario in Toscana, alla figlia che sposò un Sanseverino, alla cui famiglia rimase, fino al 1551 quando il principe Ferrante, concesse Laurino e casali (anche Valle dell’Angelo) alla Regia Corte, e nel 1552 (o nel 1553) a Fabio Carafa. Dopo un decennio (1563), il feudo fu acquistato da Giovanni Carafa Sanseverino; questo nuovo Signore, il 9 agosto del1591, acquistò il titolo di duca su Valle dell’Angelo, Piaggine e Laurino.
Dal XVII sec. Valle del’Angelo fu feudo dei potenti Spinelli, che lo tennero fino all’eversione della feudalità (1806), quando divenne frazione di Laurino col nome di Piaggine Inferiore e, dal1873, comune a sé stante. Fu allora che, in riferimento alla grotta, prese l’attuale nome di Valle dell’Angelo.